venerdì 7 maggio 2010

Clan Russo, 2 arresti per maxi-pizzo

SAVIANO - I colpi di coda di un clan che si presume morente. Maxi estorsioni ai cantieri edili, oltre centomila euro, per “vigilare” sulla tranquillità dei lavori. Il modo privilegiato per il sodalizio nolano di sostentarsi, mentre le forze dell’ordine disarticolavano ad una ad una le loro imprese, le loro coperture finanziarie.

I loro traffici. Stamattina i carabinieri hanno eseguito due nuove ordinanze di custodia cautelare, stavolta nei confronti dei fratelli sangiuseppesi Gennaro e Gianfranco Tecchia, di 29 2 27 anni, già detenuti e ritenuti esponenti di spicco della “mala” nolana. Le ordinanze sono state “recapitate”, su disposizione della Direzione distrettuale antimafia, dai carabinieri del Nucleo investigativo di Castello, guidato dal colonnello Cagnazzo. I due Tecchia sono accusati di avere preteso da una impresa edile dell’Agro una maxi tangente da 120 mila euro per garantire “serenità” nel proseguire dei lavori in corso d’opera . Riuscirono ad impossessarsi della prima tranche di 40mila euro, furono poi arrestati dai carabinieri. La ditta di Saviano stava lavorando a Somma Vesuviana. La Dda ha confermato gli esiti delle indagini dei militari del colonnello Cagnazzo, ed ha spiccato le due nuove ordinanze. Lo scorso ottobre i due Tecchia furono condannati in primo grado dal Tribunale di Napoli per episodi estorsivi compiuti, sempre in nome e per conto del clan Russo, nel 2008. Gianfranco Tecchia fu condannato a 3 anni, 6 mesi e 20 giorni di reclusione; Gennaro Tecchia a 7 anni e 8 mesi di reclusione. Quest'ultimo era inserito nell'elenco dei 100 latitanti più pericolosi a livello nazionale, e fu catturato dai caraninieri di Castelcisterna ad Ottaviano il 25 giugno 2008.

Autore Bianca Bianco

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