mercoledì 4 agosto 2010

Giacomo Caliendo, l'ex magistrato mediatore

Giacomo Caliendo, 68 anni, originario della provincia di Napoli (è di Saviano ndr) , ex magistrato, attuale sottosegretario alla Giustizia, è accusato dalla Procura di Roma per violazione della legge Anselmi sulle società segrete.
Per questo motivo il sottosegretario è al centro della mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni alla Camera. Nei giorni scorsi, rifiutando a più riprese la possibilità di un passo indietro per evitare la 'conta' in aula, molto rischiosa in questo momento politico, Caliendo ha ribadito di "non aver fatto assolutamente niente: se ci fosse anche solo l'ipotesi - ha detto - di un mio comportamento non solo illegale ma appena scorretto mi dimetterei. Ma non è così". Prima dell'esperienza politica Caliendo è stato magistrato, membro del Consiglio superiore della magistratura e ha contributo a fondare, negli anni Settanta, la corrente moderata di Unicost (Unità per la Costituzione). Nella carriera da 'togato' ha esordito nel 1971 come uditore giudiziario presso il tribunale di Napoli, di lì a poco, nel 1976, è entrato nel Csm. Nel 1991, dopo aver ricoperto vari ruoli di vertice nel 'sindacato' delle toghe, diventa presidente dell'Associazione nazionale magistrati. Dal 2005 è sostituto procuratore presso la Corte di Cassazione. La politica 'militante' resta a lungo fuori dalla sua vita anche se tutti, da opposte sponde politiche, gli riconoscono doti di 'mediatore'. Con l'associazionismo di stampo cattolico ha un rapporto decennale che inizia nel 1961 quando viene nominato responsabile del movimento studenti dell'Azione Cattolica della Diocesi di Nola e lì fonda e dirige per circa tre anni, il giornale "l'Eco della Scuola". Molti anni più tardi la politica nazionale. Nel 2008 l'elezione al Senato con l'incarico di sottosegretario alla Giustizia, ruolo che l'ha visto protagonista come relatore del ddl intercettazioni e, in precedenza, sempre 'in prima linea' con provvedimenti al centro di una lunga battaglia parlamentare come il legittimo impedimento e il Lodo Alfano. Tra le accuse che gli vengono contestate proprio il suo presunto interessamento per far passare il Lodo al vaglio della Corte costituzionale e per riammettere alle elezioni della scorsa primavera la lista Formigoni.

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