La lettera che pubblichiamo denuncia la presenza di un’antenna per telefonia cellulare nei pressi di una scuola elementare.
L’amministrazione tutela la salute dei nostri figli facendo installare una antenna per telefonia cellulare di fronte alla scuola elementare del primo circolo didattico di Saviano. Dal mese di Giugno 2007 fino a poche settimane fa il sottoscritto (ora ex consigliere comunale, ndr), in consiglio comunale, supportato dal gruppo di minoranza, ha chiesto ripetutamente l’avvio di azioni atte a prevedere e regolamentare l’installazione selvaggia degli impianti di telefonia cellulare, al fine di consentire a qualunque cittadino, e in qualsiasi momento, di verificare se a casa propria esistesse inquinamento elettromagnetico. L’unica risposta è stata la proposta di creare una commissione speciale; ennesima dimostrazione di incompetenza, visto che esiste già una commissione ambiente. Sono amareggiato e avvilito nel vedere che questa amministrazione commette errori ripetutamente, mostrando la mancanza di concretezza e progettualità ma soprattutto ignorando le vere problematiche del paese. Prendere tempo e lavorare in emergenza è il motto di questa amministrazione anche se si tratta di bambini. Chiedendo a qualche amministratore, "perché l’antenna fosse stata installata proprio di fronte alla scuola", nel mancato rispetto del regolamento che il sottoscritto ha redatto il 21/02/2002, mi è stato risposto che la questione è di competenza dell’ l’ufficio Tecnico; L’ennesima prova di incompetenza. Voglio ricordare che gli uffici Comunali adottano le linee programmatiche dell’amministrazione e quindi i vari assessori (Urbanistica, Lavori Pubblici, Edilizia Scolastica, Politiche Sociali, ecc.) devono conoscere tutte le attività che in essi si svolgono al fine di creare regole o modificare quelle esistenti a vantaggio dei cittadini e nel rispetto della legge. Sono Amareggiato anche dal fatto che quando in passato stavo predisponendo il regolamento sull’istallazione degli impianti, vennero realizzate numerose sommosse popolari e oggi, installano antenne senza regole e tutti tacciono. Mi chiedo: forse il popolo è stanco di criticare questa amministrazione o sono tutti d’accordo? Il fenomeno dell’inquinamento elettromagnetico ha interessato l’opinione pubblica e le autorità competenti già dagli anni ottanta portando alla luce norme e leggi che fissassero limiti di esposizione e protezione ai campi elettromagnetici. I governi hanno emanato leggi e regolamenti ove si stabilivano ruoli e responsabilità tra cui quelle "che i comuni possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici", (legge 36/01). Il Comune di Saviano era tra i pochi Comuni che aveva iniziato una politica di tutela della salute dei cittadini e di salvaguardia del territorio già nel 1999 con l’ elaborazione di un regolamento comunale, modificato nel 2002 a seguito della campagna di rilievi dei campi elettromagnetici su tutto il territorio; si erano inoltre programmate azioni che avrebbero portato Saviano tra i primi paese ad avere un sistema di monitoraggio dell’inquinamento Elettromagnetico 24h/24h. Oggi Saviano è senza regole e senza programmazione. È ora di svegliarsi; è arrivato il momento di smetterla di far finta di non vedere perché "tanto non ci tocca personalmente". Siamo tutti coinvolti e quando cose come queste avvengono all’insaputa dei cittadini è un chiaro atto di autorità e antidemocrazia. "Siamo una comunità o servi della gleba che si piegano alle disposizioni del padrone? "Non siamo e non saremo mai spettatori; riprendiamoci il nostro paese dalle mani di chi lo sta portando alla deriva e ricominciamo!!! Facciamo capire che nessuna iniziativa può e deve essere applicata in modo dispotico e senza il coinvolgimento alcuno soprattutto quando si tratta di tutelare l’interesse collettivo; devono smetterla di continuare a tutelare solo i loro interessi. Il paese è di tutti e allora facciamoci sentire e non acconsentire.
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